12.10 L'allenamento della mobilità articolare
Secondo una definizione, la mobilità articolare è la "capacità di compiere i movimenti nella loro massima ampiezza".
Nel nuoto una buona mobilità articolare è il presupposto per una corretta esecuzione dei movimenti, sia dal punto di vista qualitativo sia quantitativo. Il nuotatore con una insufficiente flessibilità articolare, infatti, incorrerà senza dubbio in grosse difficoltà (stilistiche e non) dovute al fatto che:
- ha una limitata ampiezza dei movimenti;
- ha una ridotta velocità di esecuzione;
- è costretto a lavorare con maggior tensione muscolare, con il conseguente rapido affaticamento;
- ha infortuni più frequenti;
- lo sviluppo delle sue capacità di forza, velocità e resistenza viene notevolmente limitato.
Le articolazioni particolarmente interessate nei quattro stili di nuoto sono:
- Articolazione del cingolo scapolo-omerale. È formata a sua volta da queste tre articolazioni: scapolo-omerale, sterno clavicolare, scapolo clavicolare. I movimenti di queste articolazioni sono: elevazione e depressione della scapola; adduzione e abduzione della scapola; flessione, estensione, circonduzione, abduzione e adduzione del braccio.
- Articolazione coxo-femorale e cingolo pelvico. I movimenti della articolazione coxo-femorale sono: flessione, estensione, abduzione, rotazione verso l'interno, verso l'esterno e circonduzione del femore rispetto alla colonna vertebrale. I movimenti dell'articolazione del cingolo pelvico sono strettamente legati a quelli della colonna vertebrale nel tratto lombare e permettono l'aumento o la diminuzione dell'inclinazione del bacino.
- Articolazione tibio-tarsica (o della caviglia). È formata dall'articolazione dell'astragalo con i malleoli della tibia e del perone. I movimenti che si possono eseguire sono la flessione plantare e dorsale del piede.
La capacità di effettuare i movimenti nella loro massima ampiezza è in stretta relazione con la natura anatomica dell'articolazione e in particolare con la capacità di distensione dei muscoli, dei legamenti e dei tendini che avvolgono l'articolazione stessa. Durante i movimenti, infatti, ogni contrazione muscolare è accompagnata dalla distensione del muscolo antagonista. Se la distensione non è sufficiente, i movimenti di grande ampiezza saranno limitati. Una delle cause di questa limitazione risiede nel sistema nervoso centrale, sotto la cui influenza possono mutare le proprietà di allungamento muscolare. Tuttavia l'estensibilità dei muscoli, dei tendini e dei legamenti è senza dubbio migliorabile tramite l'esercizio sistematico; ecco perché l'allenatore esperto non deve tralasciare nel piano annuale di preparazione un programma intenso di mobilità articolare.
Torna all'indice