8. Le virate
8.1 La virata a crawl
Nel crawl vi sono molti modi per virare in quanto il regolamento permette al nuotatore di toccare con qualsiasi parte del corpo il bordo della piscina.
La virata più veloce e la più usata, tuttavia, è quella "a capriola".
Questo modo per virare, però, è abbastanza complesso in quanto bisogna: fare ruotare il corpo sfruttando la velocità di avanzamento, effettuare una torsione del tronco per evitare di trovarsi sul dorso anziché sul petto una volta data la spinta dal bordo ed eseguire la virata al momento giusto in modo da trovarsi poi in posizione ideale per spingersi con le gambe.
Quando il nuotatore decide di virare, cioè si trova alla distanza per lui ideale, esegue l'ultima bracciata con un braccio, mentre l'altro non viene più recuperato, ma si ferma lungo il fianco. Il braccio che ha terminato la trazione si ferma anch'esso lungo il fianco; la testa si piega verso il basso flettendo il collo, mentre le gambe e i piedi si uniscono con le ginocchia leggermente piegate. La testa continua ad affondare e il tronco si piega con il capo che si avvicina molto alle ginocchia. Le mani con le palme rivolte verso il basso aiutano nella capovolta, mentre le gambe effettuano una gambata a delfino per elevare i fianchi. Questi ultimi, successivamente, passano sopra la testa mentre avviene la capriola; i piedi, invece, non passano direttamente sopra la testa, ma sono leggermente spostati a destra della linea mediana del corpo. A questo punto le ginocchia, raccolte sul petto, si estendono e le gambe vengono spinte indietro verso la parete. Il tronco del nuotatore, quindi, deve girarsi su di un fianco mentre avviene la spinta delle gambe e le braccia si distendono in avanti. Quando i piedi si staccano dalla parete la testa è in posizione idrodinamica fra le braccia che sono ben distese in avanti. Le gambe, lasciata la parete, incominciano la battuta, mentre la trazione delle braccia inizia quando il corpo è in superficie.
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