3.3 La bracciata
Il movimento delle braccia a crawl si può suddividere in due fasi distinte: trazione e recupero.
La trazione - Il braccio entra in acqua con il gomito leggermente piegato senza un eccessivo sollevamento della spalla; la mano si deve immergere per prima con la palma rivolta diagonalmente verso il basso e si estende in posizione di presa sotto la superficie dell'acqua (figura 6). La presa in acqua dà inizio alla fase attiva della bracciata. Il percorso subacqueo della bracciata è simile a una S (figura 7), senza che però venga oltrepassata la proiezione della linea mediana del corpo. Se immaginiamo di calare dall'alto una lastra di vetro che taglia il corpo in due parti simmetriche e che arriva fino al pavimento della vasca, la mano, disegnando la S, alla fine della trazione dovrebbe sfiorare lateralmente questo vetro immaginario.
Il momento più importante della bracciata è senza dubbio quello che inizia con la fase di spinta. Dato che in questo punto bisogna vincere una notevole resistenza, un errore comune è quello di lasciar scorrere il braccio lateralmente o di farlo uscire dall'acqua anticipatamente, cioè senza aver spinto "fino in fondo" (figura 8).
Il recupero - Il recupero aereo delle braccia, anche se non è una fase attiva, deve essere eseguito correttamente per evitare un movimento eccessivo dei fianchi e delle gambe e, di conseguenza, uno scompenso nella nuotata. Il gomito è la parte del braccio che viene recuperata per prima; la mano, infatti, è in prolungamento con l'avambraccio; il polso perciò non deve essere piegato e le dita sono avvicinate. Al momento dell'immersione del braccio, il gomito è ancora sopra il livello della mano e le punte delle dita entrano in acqua per prime (figura 9), dando inizio alla fase attiva subacquea della bracciata.
C'è da dire, inoltre, che per tutto il ciclo completo della bracciata le spalle compiono un leggero rollio mentre la testa va tenuta ben ferma e dritta e ruotata leggermente solo al momento della respirazione.
Torna all'indice