5.3 La bracciata
La trazione subacquea della bracciata a delfino è molto simile a quella del crawl: è infatti denominata "trazione a doppia S" (figura 21). Anche nel delfino, come nel crawl e nel dorso, le braccia, durante la trazione, spingono l'acqua con i gomiti piegati quasi a 90°. Questo sistema prevede un più vantaggioso uso delle braccia per quanto riguarda la forza muscolare e perché permette una miglior applicazione della forza propulsiva.
All'inizio del ciclo completo della bracciata le dita entrano in acqua per prime, le braccia sono leggermente più larghe rispetto alle spalle, la distanza fra le mani è superiore alla larghezza delle spalle, i gomiti sono lievemente sollevati, la testa immersa. Le braccia vengono spinte in basso e in fuori, con una rotazione mediana dell'avambraccio che permette ai gomiti di alzarsi e di spingere l'acqua all'indietro, sfruttando un'angolazione vantaggiosa. Successivamente le mani incominciano ad avvicinarsi l'una all'altra, fino quasi a sfiorarsi. Questa azione può avvenire piegando maggiormente i gomiti e aumentando la rotazione mediana dell'avambraccio (figura 22). Da questa posizione le mani puntano verso il pavimento, per terminare il percorso a doppia S e la fase di spinta lungo le cosce (figura 23).
Alla fine del ciclo di spinta le braccia iniziano il recupero, anche se questa fase viene già preparata prima che termini la trazione del braccio; mentre le mani continuano a spingere l'acqua indietro, infatti, i gomiti e le braccia sono già pronti per effettuare il recupero. Il recupero aereo inizia con un leggero piegamento del gomito e quando le mani escono dall'acqua le braccia si distendono in fuori e in avanti con le mani in linea retta con l'avambraccio e le palme rivolte verso la superficie dell'acqua; le dita sono le prime a rompere l'acqua (figura 24).
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