5.2 La respirazione
La respirazione a delfino avviene in modo differente rispetto agli altri stili; per respirare, infatti, il nuotatore deve sollevare la testa in avanti con una iperestensione del collo, mantenendo però le spalle il più possibile in acqua. Come a crawl e a rana, anche a delfino il nuotatore deve coordinare il movimento respiratorio con l'azione delle braccia: l'inspirazione in pratica deve avvenire quando le spalle si trovano nel punto più elevato. Il movimento che porta a respirare inizia quando le braccia effettuano una trazione sott'acqua. Durante la prima fase della trazione, le spalle incominciano a sollevarsi, mentre la testa rimane immersa (figura 18); quando le braccia stanno per ultimare la trazione, la testa affiora dall'acqua (figura 19): è a questo punto che incomincia l'inspirazione che continua fino a quando le braccia, terminata la fase attiva di trazione, iniziano il recupero aereo.
Durante il recupero, la testa deve essere immersa nell'acqua e verrà definitivamente affondata quando le mani entreranno in acqua per iniziare un nuovo ciclo di spinta (figura 20). Un movimento ben coordinato della testa contribuisce a mantenere il corpo in posizione orizzontale; l'abbassamento della testa, inoltre, facilita moltissimo il recupero delle braccia e fa sì che i fianchi non affondino maggiormente, cosa che determinerebbe un aumento della resistenza frontale. D'altra parte, però, se la testa venisse abbassata eccessivamente, si provocherebbe un maggior movimento ondulatorio del corpo, con il conseguente aumento dell'azione frenante dell'acqua.
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