7. Il tuffo
7.1 Il tuffo
In tutte le gare di nuoto, eccetto che per il dorso, la partenza avviene con il tuffo. La partenza degli altri tre stili (crawl, rana e delfino) tuttavia non è identica; il tuffo per la rana, infatti, è leggermente diverso. Nel delfino e nel crawl l'angolo che si viene a formare fra il corpo del nuotatore e la superficie dell'acqua al momento dell'immersione è di circa 15° (figura 34), mentre nella rana questo angolo è leggermente più ampio, di circa 20°. Ciò permette al ranista di immergersi a una maggior profondità e di sfruttare nel modo migliore il tratto di rana subacqueo consentito dal regolamento (una bracciata e un colpo di gambe) prima di emergere in superficie.
Al momento della partenza il nuotatore è in posizione eretta sul blocco, le dita dei piedi fanno presa sul bordo del blocco, per evitare di scivolare al momento dello stacco, i piedi distano fra loro 20-30 centimetri.
Al primo segnale del giudice di partenza - "a posto!" - bisogna assumere la posizione prescelta per la partenza, il tronco è piegato in avanti, le braccia sono distese verso il basso con le palme rivolte al blocco, la testa è leggermente sollevata e guarda in avanti. Al segnale di partenza il nuotatore comincia a muovere le braccia in fuori verso l'alto, la testa si abbassa, le ginocchia si piegano leggermente. Quando le braccia hanno raggiunto il punto più alto della circonduzione, la testa comincia a salire (questo movimento come quello delle braccia, dà al corpo uno slancio in avanti), i talloni si sollevano dal blocco e il tronco continua a piegarsi in avanti. Da questa posizione il nuotatore può iniziare la spinta in avanti con le gambe; le ginocchia e le caviglie si estendono, mentre le braccia passano dal basso in avanti per terminare la loro azione estese diagonalmente verso il basso. Le caviglie, quando le gambe sono completamente estese, danno la spinta finale in avanti al corpo. Terminata la fase di spinta inizia quella di volo: la testa si abbassa fra le braccia, le mani sono le prime a "rompere l'acqua", il corpo assume la posizione più idrodinamica possibile con le ginocchia e le caviglie ben distese. Quando tutto il corpo è penetrato in acqua, per evitare che affondi eccessivamente, la testa deve essere alzata lievemente e le mani lo dirigono (come un timone) verso l'alto. Quando la velocità di avanzamento diminuisce e il corpo sta per affiorare in superficie, le gambe incominciano la battuta e, contemporaneamente, le braccia la trazione.
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